l progetto Sweetalks nasce per dare un approccio diverso al tema del diabete, non parlando solo della patologia da un punto di vista medico ma anche umano e vicino alle persone

luglio 24, 2015

Anna

Il diabete mi ha aiutato a tenermi in forma e a condurre una vita sana

Anna è nata in America, i suoi fratelli in Italia e Città del Messico.

Penso immediatamente, in maniera istintiva, a un vortice…a un sasso lanciato in uno stagno e ai cerchi concentrici che si allargano. Penso a un luogo a cui ne segue un altro, più lontano; e a persone con radici agili, adattabili, in grado di sradicarsi.

Che sapore e che colori deve avere un’infanzia in continuo movimento? Anna mi racconta del padre ingegnere e della mamma insegnante.

Mi racconta della grande difficoltà nell’accettare la decisione dei genitori di trasferirsi definitivamente a Verona, lasciando l’America, .

E’ piccola, abituata alla sua vita americana e non conosce una parola di italiano.

“Ero terrorizzata. Significava ricominciare tutto da capo”

Anna pensa che lo stress che ne è conseguito abbia precipitato l’esordio della malattia.

A Verona, al tempo – è il ’74 – non c’è una struttura di diabetologia e Anna viene ricoverata nel reparto malattie infettive. Inizia la lunga e complicata gestione della patologia con siringhe in vetro da sterilizzate ogni volta, e controlli della glicemia complessi e snervanti.

Un inizio che non lascia sperare niente di buono.

Ma tutto si evolve, si trasforma e diventa inaspettata possibilità.

La farfalla dopo il bruco.

Dove non c’era niente, Anna fonda – pioniera insieme ad altri adolescenti – l’Associazione Giovani Diabetici. Si inventano un giornalino, che esce nell’82, lei diventa vicepresidente nell’83. E la vita procede, diventa mamma di due figlie, lavora, viaggia..fa tutto quello che desidera fare.

“Il diabete mi ha aiutato a tenermi in forma e a condurre una vita sana. Mi sono dovuta informare per capire come gestire la malattia. E’ una patologia che ti obbliga a volerti bene, a prenderti cura di te stesso”

Anna è una donna piena di iniziativa, attiva, estroversa e propositiva.

E’ una persona che se può migliorare una condizione, la migliora. Non ha paura di tutta quella fase spesso priva di gratificazioni, lunga, e incerta, che precede il cambiamento. Non ha paura dei momenti di stasi o di ipotetici, desolanti fallimenti.

Se alla fine scorge anche un minimo bagliore, ci sta a brancolare nel buio. Lo accetta.

E quindi capita questo: 4 anni fa ha un improvviso calo glicemico, sviene e si rompe il piede.

Poi gli episodi di ipoglicemia si fanno sempre più frequenti anche al lavoro. inizia quindi a documentarsi e a fare delle ricerche. Scopre che i cani possono riconoscere le ipoglicemie.

Si accende una lampadina.

Crede in questa avventura: riesce a coinvolgere l’Associazione Diabetici Adulti di Verona e contatta degli istruttori cinofili che raccolgono la sfida..

E’ tutto da creare, ma in tanti si adoperano e collaborano, e il 22 settembre 2014 nasce il progetto Serena.

Anna mi presenta Red, il suo meticcio bianco e rosso. Mi mostra il luogo nel quale fanno addestramento 2 volte alla settimana. Il rapporto tra cane e padrone è simbiotico e l’addestramento rappresenta un gioco per il primo e un salvavita per il secondo.

Cosa si è in grado di realizzare, quando si crede con forza e vigore in un sogno , mi lascia, tutte le volte, a bocca aperta.

Anna accarezza Red che le gira intorno scodinzolando.

La guarda innamorato, con quello sguardo di amore semplice, senza mistero, che solo i cani possiedono.

 

Intervista ad Anna Butturini